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“NON SI COLTIVA MAI UN FIORE SENZA PROVOCARE NEL CONTEMPO UN SOGNO.” GENEALOGIE MATRILINEARI DI SCRITTRICI ITALO AMERICANE

“Nello scrivere”, dice Helen Barolini, “io ri-creo il mio mondo e consegno a me stessa la mia storia”. Questo contributo, in effetti, si pone in ascolto di voci italo americane femminili che mentre scrivono si rigenerano, che attraverso la pagina scritta reclamano genealogie matrilineari e, fiere e...

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Published in:Forum italicum 2009-03, Vol.43 (1), p.192-229
Main Author: Ranghetti, Clara
Format: Article
Language:eng ; ita
Citations: Items that this one cites
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Description
Summary:“Nello scrivere”, dice Helen Barolini, “io ri-creo il mio mondo e consegno a me stessa la mia storia”. Questo contributo, in effetti, si pone in ascolto di voci italo americane femminili che mentre scrivono si rigenerano, che attraverso la pagina scritta reclamano genealogie matrilineari e, fiere e caparbie, si riscattano, nelle opere come nella vita, imparando chi sono. Sono testimonianze preziose di nonne e bisnonne, di madri, figlie e nipoti, che in tempi e modi diversi hanno saputo dare spazio ai propri ricordi e al proprio sincero attaccamento di emigrate alla patria lasciata alle spalle in un percorso circolare che le ha unite di generazione in generazione riavviando il ciclo dell'esistenza attraverso lo snodo di memorie familiari ed etniche — insieme alla donna-tartaruga di Barolini è proprio il Cereus di Mary Cappello che sboccia in piena notte ad esprimere al meglio questo concetto: solo chi conosce e accetta il proprio passato può avere un futuro. E lo sanno bene, queste donne, che se il passato è per molti versi inquietante, il presente deve essere comunque vissuto con profonda e consapevole partecipazione. Ecco allora che i percorsi di recupero, i passaggi dolorosi, le prove durissime, e talvolta anche il peso dell'incomunicabilità delle proprie esperienze sono spesso raccontati in prima persona: impliciti i temi dell'introspezione, della discesa/ascesa, dei conflitti e dei confini interiori, fino al rifiuto del mondo patriarcale. Le autrici prendono audacemente la parola e si interrogano senza sconti nè finzioni, sebbene nel loro essere radicate in una memoria culturale viva e sentita, si ritrovino purtuttavia necessariamente, criticamente distanziate. Sì, perché solo così possono compiere, senza sensazionalismi nè protagonismi, un coraggioso processo di maturazione, tentare quindi una propria autorappresentazione, volare infine verso una conquistata autonomia che consenta di lanciare provocatorie interpretazioni di ruolo, alla ricerca, appunto, di una soggettività autentica. E questo risulta essere non solo il più grande valore di questi scritti, ma anche, come spiega Louise DeSalvo, “il più importante progetto emotivo, psicologico, artistico e politico del nostro tempo”.
ISSN:0014-5858
2168-989X
DOI:10.1177/001458580904300109