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La risonanza magnetica nella patologia discale
La risonanza magnetica (RM) è attualmente il modo non invasivo più efficace nella rappresentazione del disco intervertebrale e nello studio delle sue alterazioni. Infatti ii carattere multiparametrico dell'indagine (dipendente dal T1, T2 e dalla densita protonica) e la visione secondo i vari pi...
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Published in: | Rivista di neuroradiologia 1989-02, Vol.2 (1_suppl), p.35-41 |
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Main Authors: | , , |
Format: | Article |
Language: | Italian |
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container_title | Rivista di neuroradiologia |
container_volume | 2 |
creator | Bartolozzi, C. Olmastroni, M. Dal Pozzo, G. |
description | La risonanza magnetica (RM) è attualmente il modo non invasivo più efficace nella rappresentazione del disco intervertebrale e nello studio delle sue alterazioni.
Infatti ii carattere multiparametrico dell'indagine (dipendente dal T1, T2 e dalla densita protonica) e la visione secondo i vari piani dello spazio, associata all'ampio campo di vista, consentono il riconoscimento delle normali componenti del disco ed i rapporti che questo contrae con le strutture adiacenti quali i corpi vertebrali, il sacco durale, le radici nervose e le strutture ligamentose.
Nella patologia degenerativa, accanto alla alterazione del disco, la RM è in grado di cogliere le variazioni di segnale in corrispondenza dei corpi vertebrali interessati dal fenomeno osteocondrosico.
Lo studio eseguito secondo piani sagittali e coronali permette un'ottima visualizzazione del disco ed una facile identificazione di eventuali modificazioni del suo spessore. La patologia discale (protrusione, o «bulging», ed ernia nei suoi vari aspetti) comporta naturalmente variazioni morfologiche a carico del disco intersomatico: la RM ha la possibilità di documentare secondo vari piani questo tipo di patologia e le sue ripercussioni a carico degli involucri e delle strutture nervose contenute nel canale vertebrale. |
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Infatti ii carattere multiparametrico dell'indagine (dipendente dal T1, T2 e dalla densita protonica) e la visione secondo i vari piani dello spazio, associata all'ampio campo di vista, consentono il riconoscimento delle normali componenti del disco ed i rapporti che questo contrae con le strutture adiacenti quali i corpi vertebrali, il sacco durale, le radici nervose e le strutture ligamentose.
Nella patologia degenerativa, accanto alla alterazione del disco, la RM è in grado di cogliere le variazioni di segnale in corrispondenza dei corpi vertebrali interessati dal fenomeno osteocondrosico.
Lo studio eseguito secondo piani sagittali e coronali permette un'ottima visualizzazione del disco ed una facile identificazione di eventuali modificazioni del suo spessore. La patologia discale (protrusione, o «bulging», ed ernia nei suoi vari aspetti) comporta naturalmente variazioni morfologiche a carico del disco intersomatico: la RM ha la possibilità di documentare secondo vari piani questo tipo di patologia e le sue ripercussioni a carico degli involucri e delle strutture nervose contenute nel canale vertebrale.</description><identifier>ISSN: 1971-4009</identifier><identifier>ISSN: 1120-9976</identifier><identifier>EISSN: 2385-1996</identifier><identifier>DOI: 10.1177/19714009890020S107</identifier><language>ita</language><publisher>London, England: SAGE Publications</publisher><ispartof>Rivista di neuroradiologia, 1989-02, Vol.2 (1_suppl), p.35-41</ispartof><rights>1989 SAGE Publications</rights><lds50>peer_reviewed</lds50><woscitedreferencessubscribed>false</woscitedreferencessubscribed><cites>FETCH-LOGICAL-c837-c3a599f3166ad62e2342facc011852c60624d33d9dc2b187716e9512a40a0f463</cites></display><links><openurl>$$Topenurl_article</openurl><openurlfulltext>$$Topenurlfull_article</openurlfulltext><thumbnail>$$Tsyndetics_thumb_exl</thumbnail><link.rule.ids>314,776,780,27901,27902</link.rule.ids></links><search><creatorcontrib>Bartolozzi, C.</creatorcontrib><creatorcontrib>Olmastroni, M.</creatorcontrib><creatorcontrib>Dal Pozzo, G.</creatorcontrib><title>La risonanza magnetica nella patologia discale</title><title>Rivista di neuroradiologia</title><description>La risonanza magnetica (RM) è attualmente il modo non invasivo più efficace nella rappresentazione del disco intervertebrale e nello studio delle sue alterazioni.
Infatti ii carattere multiparametrico dell'indagine (dipendente dal T1, T2 e dalla densita protonica) e la visione secondo i vari piani dello spazio, associata all'ampio campo di vista, consentono il riconoscimento delle normali componenti del disco ed i rapporti che questo contrae con le strutture adiacenti quali i corpi vertebrali, il sacco durale, le radici nervose e le strutture ligamentose.
Nella patologia degenerativa, accanto alla alterazione del disco, la RM è in grado di cogliere le variazioni di segnale in corrispondenza dei corpi vertebrali interessati dal fenomeno osteocondrosico.
Lo studio eseguito secondo piani sagittali e coronali permette un'ottima visualizzazione del disco ed una facile identificazione di eventuali modificazioni del suo spessore. La patologia discale (protrusione, o «bulging», ed ernia nei suoi vari aspetti) comporta naturalmente variazioni morfologiche a carico del disco intersomatico: la RM ha la possibilità di documentare secondo vari piani questo tipo di patologia e le sue ripercussioni a carico degli involucri e delle strutture nervose contenute nel canale vertebrale.</description><issn>1971-4009</issn><issn>1120-9976</issn><issn>2385-1996</issn><fulltext>true</fulltext><rsrctype>article</rsrctype><creationdate>1989</creationdate><recordtype>article</recordtype><recordid>eNp9j81Kw0AUhQdRMNS-gKu8QNp753-WUvyDgAu7D9fJJKSkkzJTF_r0JtSd4NmczfkO5zB2j7BBNGaLzqAEcNYBcHhHMFes4MKqCp3T16xYAtWSuGXrnA8wS1inpC3YpqYyDXmKFL-pPFIfw3nwVMYwjlSe6DyNUz9Q2Q7Z0xju2E1HYw7rX1-x_dPjfvdS1W_Pr7uHuvJWmMoLUs51ArWmVvPAheQdeQ-IVnGvQXPZCtG61vMPtMagDk4hJwkEndRixfil1qcp5xS65pSGI6WvBqFZPjd_P8_Q9gJl6kNzmD5TnCf-R_wA8whU8w</recordid><startdate>198902</startdate><enddate>198902</enddate><creator>Bartolozzi, C.</creator><creator>Olmastroni, M.</creator><creator>Dal Pozzo, G.</creator><general>SAGE Publications</general><scope>AAYXX</scope><scope>CITATION</scope></search><sort><creationdate>198902</creationdate><title>La risonanza magnetica nella patologia discale</title><author>Bartolozzi, C. ; Olmastroni, M. ; Dal Pozzo, G.</author></sort><facets><frbrtype>5</frbrtype><frbrgroupid>cdi_FETCH-LOGICAL-c837-c3a599f3166ad62e2342facc011852c60624d33d9dc2b187716e9512a40a0f463</frbrgroupid><rsrctype>articles</rsrctype><prefilter>articles</prefilter><language>ita</language><creationdate>1989</creationdate><toplevel>peer_reviewed</toplevel><toplevel>online_resources</toplevel><creatorcontrib>Bartolozzi, C.</creatorcontrib><creatorcontrib>Olmastroni, M.</creatorcontrib><creatorcontrib>Dal Pozzo, G.</creatorcontrib><collection>CrossRef</collection><jtitle>Rivista di neuroradiologia</jtitle></facets><delivery><delcategory>Remote Search Resource</delcategory><fulltext>fulltext</fulltext></delivery><addata><au>Bartolozzi, C.</au><au>Olmastroni, M.</au><au>Dal Pozzo, G.</au><format>journal</format><genre>article</genre><ristype>JOUR</ristype><atitle>La risonanza magnetica nella patologia discale</atitle><jtitle>Rivista di neuroradiologia</jtitle><date>1989-02</date><risdate>1989</risdate><volume>2</volume><issue>1_suppl</issue><spage>35</spage><epage>41</epage><pages>35-41</pages><issn>1971-4009</issn><issn>1120-9976</issn><eissn>2385-1996</eissn><abstract>La risonanza magnetica (RM) è attualmente il modo non invasivo più efficace nella rappresentazione del disco intervertebrale e nello studio delle sue alterazioni.
Infatti ii carattere multiparametrico dell'indagine (dipendente dal T1, T2 e dalla densita protonica) e la visione secondo i vari piani dello spazio, associata all'ampio campo di vista, consentono il riconoscimento delle normali componenti del disco ed i rapporti che questo contrae con le strutture adiacenti quali i corpi vertebrali, il sacco durale, le radici nervose e le strutture ligamentose.
Nella patologia degenerativa, accanto alla alterazione del disco, la RM è in grado di cogliere le variazioni di segnale in corrispondenza dei corpi vertebrali interessati dal fenomeno osteocondrosico.
Lo studio eseguito secondo piani sagittali e coronali permette un'ottima visualizzazione del disco ed una facile identificazione di eventuali modificazioni del suo spessore. La patologia discale (protrusione, o «bulging», ed ernia nei suoi vari aspetti) comporta naturalmente variazioni morfologiche a carico del disco intersomatico: la RM ha la possibilità di documentare secondo vari piani questo tipo di patologia e le sue ripercussioni a carico degli involucri e delle strutture nervose contenute nel canale vertebrale.</abstract><cop>London, England</cop><pub>SAGE Publications</pub><doi>10.1177/19714009890020S107</doi><tpages>7</tpages></addata></record> |
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