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Metastasi ossee nei tumori neuroendocrini: presentazione clinica e terapia
Sommario La presenza di metastasi ossee è sempre stata considerata un evento raro e tardivo nella storia naturale delle neoplasie neuroendocrine (NEN), con un’incidenza variabile tra il 4 e il 12%, fino ad arrivare al 20% nelle NEN avanzate. L’avvento clinico delle tecniche di imaging come la PET/CT...
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Published in: | L'Endocrinologo 2023, Vol.24 (2), p.148-153 |
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Format: | Article |
Language: | Italian |
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La presenza di metastasi ossee è sempre stata considerata un evento raro e tardivo nella storia naturale delle neoplasie neuroendocrine (NEN), con un’incidenza variabile tra il 4 e il 12%, fino ad arrivare al 20% nelle NEN avanzate. L’avvento clinico delle tecniche di imaging come la PET/CT con peptidi coniugati con Gallio-68 ha aumentato in modo sostanziale la frequenza di diagnosi delle metastasi ossee nei pazienti con NEN, consentendone una caratterizzazione più precoce. Le metastasi ossee sono associate a una peggiore prognosi nelle NEN e, se non adeguatamente trattate, si associano allo sviluppo di eventi scheletrici, quali dolore osseo, fratture patologiche, sindromi midollari e ipercalcemia, impattando negativamente anche sulla qualità della vita. Tuttavia, la gestione delle metastasi ossee delle NEN è attualmente guidata da un’evidenza limitata. Farmaci ad azione sull’osso, come acido zoledronico o denosumab, insieme all’eventuale radioterapia a fasci esterni, in associazione con terapie sistemiche, tra cui su tutte la terapia radiorecettoriale (PRRT), rappresentano i trattamenti cardini delle metastasi ossee nelle NEN. |
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ISSN: | 1590-170X 1720-8351 |
DOI: | 10.1007/s40619-023-01230-9 |